Titolo originale:
On the beach

Lingua originale: inglese

1° ed ORIGINALE.: 1957

1° ed. ITALIANA : 1959

Autore: Nevil Shute

Editore IT: Sugar Editore

di Siro Sanvito

Se alla maggioranza degli appassionati di fantascienza legati a questo genere si dovesse chiedere quale autore è responsabile di questa scelta risponderebbe Asimov, Heinlein, Dick, Verne o qualcun altro che mi sfugge. Il sottoscritto all’età di 12 anni si è appassionato al genere leggendo “L’Ultima spiaggia” romanzo di Nevil Shute scritto nell’ormai lontano  1957, la prima edizione italiana è del 1959. Vabbè la maggioranza non saprà neanche di cosa sto parlando ma vi assicuro che uscendo dal mondo di Sandokan e le sue tigri leggere questo libro è stata una folgorazione.

La terza guerra mondiale ha devastato l’emisfero settentrionale del pianeta. La guerra è stata scatenata dalle piccole potenze atomiche (Albania ed Egitto) che hanno provocato la reazione delle superpotenze. Gli ultimi sopravvissuti sono confinati nell’emisfero australe, in Argentina, Cile, Sudafrica, Australia e Nuova Zelanda, ma il tempo loro rimasto è breve. Il fallout radioattivo sta lentamente scendendo da nord, uccidendo qualsiasi essere vivente, in breve tempo la Terra sarà deserta.
Il governo ha distribuito delle pillole agli abitanti per affrettare la morte quando le sofferenze da radiazioni diventano insopportabili. Un’atmosfera di rassegnazione regna sugli ultimi mesi dell’umanità. Una dopo l’altra le città australiane soccombono alla nube radioattiva e le persone cercano di passare questo periodo come se tutto fosse normale.
Il Tenente Holmes della Regia Marina Australiana ben conscio della fine vicina tenta in tutti i modi di passare il poco tempo rimasto vicino alla moglie e alla figlia, partecipando al “Gran Premio d’Australia” con una Ferrari rossa fiammante dove tutti i concorrenti corrono letteralmente incontro alla morte, preferendo questa fine a quella fra atroci sofferenze dovute all’inquinamento da radiazioni.
I tentativi di normalità sono però vani quando gli viene ordinato di salpare assieme al capitano Dwight Towers, comandante a bordo sottomarino americano Scorpion, rifugiatosi nel porto di Melbourne dopo la fine della guerra.
Sono inviati in missione negli Stati Uniti da dove proviene un misterioso segnale, che farebbe pensare ad alcuni sopravvissuti. Towers è legato a una giovane donna, Moira Davidson, con cui vivrà una breve ma platonica storia d’amore, rimanendo fedele alla moglie e alla famiglia perduta in America.
La missione è fallimentare, negli Stati Uniti nessuno è rimasto in vita, il misterioso segnale è automatico, Holmes e Tower tornano a Melbourne dove le persone iniziano a soffrire per le radiazioni in aumento.
Towers decide di portare il suo sottomarino fuori delle acque territoriali australiane per affondare con il suo equipaggio, Holmes attenderà la fine accanto alla sua famiglia. Moira Davidson vedrà sparire il sottomarino all’orizzonte dopo di che deciderà di prendere la usa pillola e di morire con un ultimo sorso di cognac.

In questo riassunto del romanzo è difficile trasporre il rapporto dolce amaro tra i personaggi che l’autore è riuscito a creare, quel velo di tristezza che ammanta tutto anche quei momenti di serenità creati artificialmente nei vari momenti del libro. Una virgola un accento nel posto giusto e l’autore non fa mai dimenticare al lettore la tragedia di un mondo che sta morendo, impoverendosi di tutte le forme di vita che lo abitano e tutto ciò solo per fame di potere.

Dal romanzo sono stati tratti due film, di cui uno per la tv:
Il primo: L’ultima spiaggia (On the Beach) del 1959 diretto da Stanley Kramer, interpretato da Gregory Peck, Anthony Perkins, Fred Astaire e Ava Gardner.
Il secondo: L’ultima spiaggia (On the Beach) è un film per la TV del 2000 diretto da Russell Mulcahy, remake del film omonimo del 1959 diretto da Stanley Kramer.
Di quest’ultimo, prima di questa ricerca, non conoscevo la sua esistenza, posso scrivervi due righe sul primo di cui ho ancora vividi ricordi; l’atmosfera surreale del romanzo è trasferita sulla pellicola in maniera semplicemente stupenda il finale cambia leggermente ma non per questo rimane meno tragico.
Il film ha ricevuto due candidature ai Premi Oscar 1960 e ha vinto il Golden Globe per la migliore colonna sonora originale.
Nel 1959 il National Board of Review of Motion Pictures l’ha inserito nella lista dei migliori dieci film dell’anno.

pubblicato su Fantazone n° 30 – marzo 2015